Perchè “Madonna della Bomba”

Il primo passo della nostra storia è costituito da un tempietto costruito sul Pubblico Passeggio per salvare un’immagine mariana.

“Madonna della Bomba”

Il nome di quest’immagine “Madonna della Bomba” risale alla battaglia del 1746, anno di “disastri e miserie” perché a Piacenza si scontrano le truppe franco-spagnole ed austro-tedesche.

Lo scontro tra i due schieramenti fu un massacro. Lo storico Giarelli scrive: “Più che una battaglia fu una carneficina. Il campo dopo il conflitto, incuteva terrore: stillavano letteralmente sangue anche gli arbusti! Tutte le maggiori Chiese di Piacenza erano convertite in tanti Spedali; oltre a detti luoghi occupati, si aggiungevano le case de’ cittadini ed i monasteri. La mortalità nei feriti fu grande”.

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Battaglia del 1746

È in questo contesto che una palla di cannone colpisce l’effige della Madonna che era stata dipinta sul muro di una modesta casa costruita a ridosso delle mura rinascimentali. Poteva essere una tragedia, mentre invece l’affresco trattenne il proiettile rendendolo inoffensivo. La gente, che già aveva una particolare venerazione per questa immagine, da allora la ritenne miracolosa e a lei rivolse le proprie suppliche.

Il giovane Francesco Torta

Lui stesso scrive “Mentre vivevo sicuro di non essere soggetto alla leva, nel maggio [1884] venni avvertito che invece dovevo fare il militare. Fu un colpo tremendo tanto che mi sembrava (esagerazione!) miglior cosa morire che andare sotto le armi. Mi raccomandai alla Madonna della Bomba, alla quale promisi che, se mi salvava, avrei, appena mi fosse stato possibile, innalzato un sacello davanti alla sua immagine. E la Mamma mi salvò. Il 29 settembre di quell’anno venni senz’altro riformato definitivamente”.

Francesco Torta poté così terminare gli studi e, ordinato sacerdote, nel 1894, con l’approvazione e un piccolo contributo del Vescovo Scalabrini, mantenne la promessa fatta.

Mons. Scalabrini

1894 – Il 12 agosto Mons. Scalabrini, Vescovo di Piacenza, consacra sul Facsal il Sacello della Madonna della Bomba fatto erigere da Mons. Torta per adempiere ad un voto.

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La nostra storia

  • Mons. Francesco Torta fonda nel 1903  la “Casa di Provvidenza per sordomuti”  e, otto anni dopo, nel 1911, la “Casa di provvidenza per ciechi” nella struttura posta sul Pubblico Passeggio della Città, al n. 52, alla confluenza con Via Rosa Gattorno, a ridosso del tempietto neogotico, che racchiude la venerata immagine della Madonna con incastonata la storica palla di cannone, fatto erigere sempre da Mons. Torta nel 1894.
  • La Casa, attraverso l’iniziativa di don Serafino Dallavalle, successore di Mons. Torta, per preparare al lavoro i giovani ospiti, realizza i laboratori artigianali di falegnameria, calzoleria, sartoria e tipografia e ospita, dal 1956 al 1982, i corsi nazionali per centralinisti ciechi.
  • Negli anni Sessanta si esaurisce la richiesta di accogliere in istituto persone con disturbi dell’udito. don Dallavalle, seguendo l’evoluzione della richiesta sociale, sposta così l’obiettivo verso altri tipi di problemi: fonda una scuola interna riconosciuta dallo Stato per accogliere in modo prevalente ragazzi con problemi di assistenza e viene avviato il “Centro Terapeutico Diurno”, basato sull’integrazione con le strutture pubbliche dell’assistenza psichiatrica, medica e scolastica, e sull’azione di operatori qualificati.
  • Risale invece all’anno 1880 la fondazione da parte di Mons. Giovanbattista Scalabrini, allora Vescovo di Piacenza, dell’“Istituto Sordomute Scalabrini”, destinato a persone disabili sordomute, nella sede di Via Borghetto. Nella sede prende le mosse nel 1977 il Centro audiofonetico Scalabrini a sostegno delle persone affette da sordità, per passare poi alla loro riabilitazione ed al trattamento logopedico dei disturbi del linguaggio, specie per minori.
  • Nel 1986 la Madonna delle Bomba si fonde con l’Istituto Sordomute Scalabrini e dà vita all’Istituto Madonna della Bomba – Scalabrini: il Centro Audiofonetico Scalabrini viene trasferito nei locali di Viale Pubblico Passeggio.
  • Nel 1991 l’Istituto inaugura il servizio di Casa Albergo per anziani, garantendo così agli ospiti accolti in giovane età la loro permanenza in Istituto.
  • Nel 2006 viene inaugurato il Reparto Protetto per anziani non autosufficienti, oggi Casa Residenza Anziani.
  • Nel 2007 la gamma dei servizi viene ampliata con l’apertura di un Centro di Socializzazione: servizio diurno che consente la frequenza di anziani a rischio di emarginazione e solitudine  per lo svolgimento di diverse attività di tipo ricreativo e culturale.